Del Cavour e dei “liberatori” per conto terzi, Mazzini e Garibaldi

Dopo il successo del noto colpo di stato chiamato impropriamente “rivoluzione francese” i servizi segreti inglesi e i loro compari della massoneria riorganizzata, fanno girare un bollettino con la chiamata alle armi per distruggere l’organizzazione per delinquere chiamata chiesa di Roma. Il grido di battaglia è “guerra a dio”. Per questo motivo, nel 1886, il congresso internazionale del grand’oriente sposta la battaglia politica della massoneria in Italia ma c’è poco da fare rivoluzioni, visto che l’unico potere centrale di quel tempo è quello della chiesa di Roma. I FINTI liberatori, Mazzini e Garibaldi sono i capi delle logge massoniche italiane. ANCORA una volta, sono dei fantocci che operano per conto terzi, per conto dei servizi segreti inglesi. È proprio Lord Sackville ad introdurre il trucco della massoneria in Italia, nel 1733. L’influenza britannica è dominante quando Lord Palmerston, con l’assistenza del suo galoppino Cavour, guida (leggi finanzia) i FINTI liberatori nella loro presa di Roma e nell’arresto del papa-re.
(vedi Eustace Mullins, “Curse of Canaan” e impara).

Lord Palmerston è lo stesso primo ministro britannico che obbliga con le cannoniere l’imperatore cinese a consentire il traffico d’oppio nelle regioni costiere della Cina del sud, Canton, e poi a nord fino a Pechino (vedi le due guerre dell’oppio). Con Palmerston, i Montefiore collaborano alla formazione della Banca d’Inghilterra e le compagnie delle Indie britanniche…
(vedi “DOPE, INC. Britain’s Opium War Against the U.S” by a U.S. Labor Party Investigating Team
directed by Konstandinos Kalimtgis David Goldman Jeffrey Steinberg).

Un altro elemento a dimostrazione del fatto che Cavour è una PEDINA della Banca d’Inghilterra, come oggi sono gli altri fantocci ai governi in giro per il mondo, è il contrasto tra le prospettive centralistiche del Cavour e le spinte privatistiche dei più importanti istituti bancari di Torino, Firenze e Bologna. L’emissione monetaria (la fabbricazione del denaro dal nulla) fu ritenuta un’iniziativa privata, ancorché sottoposta a vincoli di statuto e subordinata al FINTO controllo del governo.

“Banca Commerciale e Credito Italiano nacquero su basi d’in- dipendenza dal potere politico, cosa che creò un certo disagio nella classe poli- tica dirigente abituata, sin dal Cavour, ad intrattenere strette relazioni con i maggiori organismi bancari del paese.”
(Vedi “L’evoluzione dei poteri della Banca d’Italia dall’Unità al 1936” di Giuliana Veltri)

“Nel Regno di Sardegna la Banca di Genova si costituì solo nel 1844 e quella di Torino quattro anni dopo per fondere due istituzioni e dar vita così alla Banca Nazionale Sarda che divenne, per volontà di Cavour, una vera banca di stato, con la funzione di “”finanziare”” (A DEBITO) i deficit di bilancio.”
(Vedi “LEZIONI SULLA FORMAZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO” di G. CONTI – A. COVA – S. LA FRANCESCA).

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